Sale il rischio povertà al 29,9%
Aumentano gli italiani a rischio povertà o esclusione sociale: il relativo indicatore sintetico ‘Europa 2020′ è cresciuto dal 26,3% del 2010 al 29,9% del 2011. La variazione negativa di 3,3 punti percentuali è la più elevata registrata nei Paesi Ue. E’ quanto emerge dal rapporto sulla coesione sociale Istat, Inps, ministero del Lavoro.
Nel 2011, ricorda il rapporto, in Italia le famiglie in condizione di poverta’ relativa sono 2 milioni 782 mila (l’11,1% delle famiglie residenti) corrispondenti a 8 milioni 173 mila individui poveri, il 13,6% dell’intera popolazione.
Nel corso degli anni, la condizione di poverta’ e’ “peggiorata” per le famiglie numerose, con figli, soprattutto se minori, residenti nel Mezzogiorno e per le famiglie in cui convivono piu’ generazioni.
Nel 2011, l’incidenza della poverta’ relativa e’ pari al 27,8% fra i minorenni se questi vivono con i genitori e almeno due fratelli (10,1% se si fa riferimento alla poverta’ assoluta), mentre e’ pari al 32% (18,2% nel caso della poverta’ assoluta) se vivono in famiglie con membri aggregati.
La poverta’ relativa mostra “alcuni segnali di miglioramento” fra gli anziani; tuttavia, una vulnerabilita’ in termini economici permane soprattutto nel Mezzogiorno, dove risulta relativamente povero il 24,9% degli anziani (7,4% quelli assolutamente poveri).
In generale, nel 2011 l’incidenza di poverta’ assoluta e’ pari al 5,2% corrispondente a 1 milione e 297 mila famiglie per un totale di 3 milioni e 415 mila individui (il 5,7% dell’intera popolazione), “sostanzialmente stabile” rispetto al 2010.
tratto da rainews24.it del 18 dicembre 2012