Standard & Poor’s accusa le banche italiane di aver…
Crisi/ S&P accusa le banche italiane: “Hanno
tolto 44 miliardi alle pmi”
Sempre piu’ aziende italiane, anche di medie dimensioni, aumenteranno nei prossimi anni il ricorso alle emissioni obbligazionarie per far fronte alla stretta sul credito bancario. E’ quanto emerge da uno studio di Standard & Poor’s, che sottolinea come le compagnie del paese l’anno scorso abbiano emesso debito netto per 20 miliardi di euro per compensare una riduzione dei flussi di prestiti dalle banche pari a 44 miliardi di euro.
Al momento, ricorda l’agenzia di rating, le aziende italiane ricavano dalle banche il 90% del loro fabbisogno di finanziamento, una fonte destinata a diventare sempre piu’ arida a causa della lunga fase di deleveraging e riassestamento dei conti che attende gli istituti di credito del paese.
A spingere le imprese a ricorrere in modo piu’ ingente alle emissioni obbligazionarie, prosegue Standard & Poor’s, contribuiranno inoltre recenti interventi normativi che le agevolano, anche dal punto di vista fiscale. Si tratta di un’evoluzione che potrebbe rivelare dei vantaggi, riflette Renato Panichi, analista di Standard & Poor’s.
“Crediamo che un maggiore ricorso al mercato obbligazionario potrebbe aiutare a migliorare la struttura del capitale delle aziende italiane e ridurne i rischi di rifinanziamento perche’ allungherebbe’ i tempi di maturazione dei bond e diversificherebbe la platea di investitori”, afferma Panichi.
Il processo di progressiva sostituzione di una fonte di finanziamento con l’altra, avverte pero’ lo studio, rischia di essere lungo e difficile in quanto gli investitori istituzionali italiani non hanno dimostrato finora una grande propensione all’acquisto di obbligazioni di medie imprese, che all’80% attraggono investitori stranieri. Ed e’ proprio l’assenza di un mercato interno sufficiente, aggiunge Standard & Poor’s, che ha tenuto finora le emissioni sotto quota 200 milioni di euro.
tratto da libero.it 05.06.13